Brigida nacque a Finsta nel
1303. Suo padre Birger Persson era membro del Consiglio reale. La madre,
Ingeborg, era apparentata con la dinastia regnante. Dopo la morte di sua madre,
Brigida a 12 anni fu affidata all’educazione della zia Katarina Bengtsdotter, la
quale una notte trovò la nipote inginocchiata vicino al letto. Allora le
domandò: “Cosa fai lì?”. Brigida
risponde: “Ringraziavo colui che mi aiuta
sempre “. „Chi è?” “L’uomo che ho visto in croce”.
Nel 1316, il padre la dà in moglie a Ulf Gudmarson di Ulfasa che ha cinque anni più di lei ed è figlio di un lagman della Västergötland. Brigida, che preferirebbe cento volte la morte ma non desidera neppure il convento, si piega alla decisione paterna. La prima parte della sua vita fu quella di una laica felicemente sposata. Brigida fu presto conosciuta per le sue opere di beneficenza. Fece erigere nella sua proprietà un ospedale per i poveri e per i malati e lei stessa si prese cura di loro. Portava con sé anche i bambini perché si abituassero a servire Dio nei poveri e nei malati. Il matrimonio è stato benedetto di otto figli: quattro figli e quattro figlie: Màrta (1319), Karl, Birger, Gudmar e Bengt,; Caterina, che diventerà santa; Ingeborg, Cecilia (1334). Nel 1335, il giovane re Magnus, sposatosi di recente con Bianca di Namur, invita Brigida a corte affinché diventi la gran dama di Palazzo. Dopo aver sistemato i figli, Brigida parte per Stoccolma, dove l’attendono due giovani sovrani. Si guadagna l’amore e il rispetto di quanti la circondano. Brigida, chies di potersi allontanare per qualche tempo dalla corte e nel 1341 si reca in pellegrinaggio a Compostella con Ulf. Era tipico per quest’epoca compiere i pellegrinaggi per lucrare le indulgenze e “Brigida aveva nel sangue la nostalgia del pellegrinaggio”. Durante il viaggio attraverso l’Europa, i due visitano tutti i luoghi santi del tempo: Colonia, Aquisgrana, Tarascona, Sainte-Beaume. A Marsiglia si imbarcano per le coste spagnole dove, con l’aiuto di un bastone da viandanti, giungono a piedi a Compostella. Al ritorno attraversano la Francia messa a ferro e fuoco dalla guerra. Ad Arras, Ulf, gravemente ammalato, guarisce grazie alle preghiere della moglie e dopo aver fatto il voto di entrare in un ordine religioso qualora riveda la sua terra. Egli trascorre gli ultimi tre anni di vita ad Alvastra (la prima comunità di San Bernardo nel Nord fondata nel 1143), presso i monaci cistercensi, dove muore nel 1344 in fama di santità, è menzionato nel menologio di Citeaux del 12 febbraio. Dopo la morte del marito, Brigida si trasferì presso i monaci cistercensi e decise di “lasciare il mondo e dedicarsi interamente a servire il Signore”. Nello stato di vedovanza crebbe la sua più profonda unione con Dio, che la scelse come la sua “portavoce”. Nel 1349 fece il viaggio a Roma per le celebrazioni dell’Anno Santo (1350). Diventò una cittadina romana, perché rimase a Roma ventiquattro anni fino alla sua morte avvenuta il 23 luglio 1373. Brigida venne inizialmente sepolta nella basilica di San Lorenzo, poi Caterina la sposta a Vadstena, dove la madre aveva desiderato vivere e morire. Ovunque, lungo il viaggio di ritorno in Svezia, si moltiplicano i miracoli. Brigida fu canonizzata da Bonifacio IX nel 1391 e la autenticità delle sue rivelazioni è stata riconosciuta dal Concilio di Costanza nel 1415.
